DETTAGLI DEL PROGETTO

Premessa

Il concetto di “inclusione sociale”, affermatosi a livello comunitario, comprende l’accesso di tutti i cittadini alle risorse di base, ai servizi sociali, al mercato del lavoro e ai diritti necessari “per partecipare pienamente alla vita economica, sociale e culturale, e per godere di un tenore di vita e di un benessere, considerati normali nella società in cui vivono”. La definizione può essere intesa come capacità, per un numero più elevato possibile di persone, di accesso a livelli di servizio socialmente accettabili nelle molteplici dimensioni di vita: istruzione, lavoro, sicurezza, salute, abitazione, ambiente, rispetto di sé, ecc. Tra tali dimensioni c’è anche il “reddito”, rispetto al quale è possibile identificare il concetto di “povertà”: l’indisponibilità di risorse economiche che consentano di accedere, almeno in parte, ai beni e servizi necessari per l’esercizio dei diritti di cittadinanza. Il rafforzamento della rete ordinaria dei servizi e dell’offerta di beni pubblici si rende necessario sull’intero territorio nazionale, anche alla luce della crisi finanziaria e dei vincoli stringenti di bilancio che hanno reso difficile l’investimento nel miglioramento della qualità dell’offerta pubblica. La definizione di “popolazione a rischio di povertà o esclusione”, utilizzata da Eurostat per monitorare il relativo obiettivo nell’ambito della strategia Europa 2020, è stata individuata attraverso l’utilizzo congiunto di tre indicatori: la proporzione di persone a rischio di povertà (dopo i trasferimenti sociali); la proporzione di persone in situazione di grave deprivazione materiale; la proporzione di persone che vivono in famiglie a intensità lavorativa molto bassa. Un individuo viene definito a rischio di povertà o esclusione se sperimenta almeno una delle situazioni individuate dai tre indicatori precedenti. Attualmente, osservando i dati italiani rispetto al panorama europeo emergono i seguenti elementi: – l’indicatore di sintesi del rischio di povertà o di esclusione sociale presenta nel 2010 un valore complessivo del 24,5%, appena sopra la media comunitaria, corrispondente a 14.742.000 persone a rischio; – come negli altri Paesi dell’Unione economicamente più sviluppati, è il rischio di povertà la dimensione di esclusione più rilevante (l’incidenza è più che doppia rispetto a quella degli altri due indicatori). L’alto valore del rischio di povertà in Italia è anche il riflesso della sperequazione dei redditi tra aree del Paese essendo l’indicatore basato sul riferimento al reddito mediano nazionale; – a confronto con gli altri Paesi dell’Europa (a 15)9 , anche la deprivazione materiale risulta particolarmente accentuata nel nostro Paese (così come negli altri Paesi mediterranei – con l’eccezione della Spagna): rispetto ad una media EU15 del 5,3%, il dato italiano è quasi di un terzo superiore (6,9%). Inoltre, il valore di questo indicatore ha raggiunto l’11,1% nel 2011, anno per il quale non sono ancora disponibili i dati sul complesso dei Paesi europei in chiave comparativa.Con riferimento alla bassa intensità di lavoro il dato italiano riferito al 2010 è in linea con la media comunitaria (7,5%) e leggermente inferiore alla media EU15 (8,1%). La non elevata incidenza delle famiglie a intensità di lavoro bassa, pur a fronte di alti tassi di disoccupazione individuale, riflette in parte un modello familiare di partecipazione al mercato del lavoro incentrato sul ruolo del capofamiglia maschio e si accompagna pertanto con tassi di occupazione e di partecipazione femminile tra i più bassi a livello europeo. – Un fattore di grande rilevanza nella determinazione del rischio di povertà è la tipologia familiare; il nostro Paese si colloca infatti tra i Paesi a più alta incidenza di povertà tra le famiglie con figli dipendenti (22,6%, al 5° posto dopo Romania, Spagna, Grecia e Lettonia); inoltre il 2011 ha visto peggiorare la condizione delle famiglie con un figlio minore, sia in termini di povertà relativa (dall’11,6% al 13,5%), che di povertà assoluta (dal 3,9% al 5,7%). – Le fonti informative disponibili mostrano che le situazioni di maggiore criticità all’interno della popolazione a rischio di esclusione e povertà coinvolgono minori e gli individui senza dimora o con varie forma di disagio abitativo.

Sulla base di queste premesse, l’Ambito territoriale n. 5, attraverso l’affidamento della gestione del Servizio/sportello per l’inclusione attiva, intende recepire le direttive comunitarie e nazionali in materia, operando affinché i cittadini svantaggiati abbiano maggiori opportunità di accesso alle informazioni e alle misure di contrasto alle vecchie e nuove povertà e alle vecchie e nuove solitudini.

Mission del servizio/sportello

Promuovere, sviluppare e progettare soluzioni e reti per l’inclusione attiva e l’innovazione sociale, a servizio dei cittadini, del privato sociale, delle pubbliche amministrazioni e delle aziende del territorio. Attraverso la gestione ed il monitoraggio di progetti mirati per l’inclusione attiva di soggetti svantaggiati, in collaborazione con i servizi di politiche attive del lavoro, e le offerte di servizi a carattere formativo/consulenziale si intende valorizzare e restituire a bene comune il patrimonio di saperi che l’azione sociale porta con sé. La finalità del nostro fare, però, marca già un passo altro: il desiderio di contribuire a costruire forme innovative di welfare che leggano i bisogni emergenti e sviluppino capitale sociale, imprenditoria no-profit e nuove competenze tra gli operatori del pubblico e del privato del nostro territorio.

Ambiti di attività

Lo Sportello opera all’interno dei seguenti ambiti di attività:

1.     Progettazione, attuazione e monitoraggio delle azioni di inclusione sociale attiva prevista dalla programmazione di Ambito, con particolare riferimento alle misure regionali (Determinazione della Giunta regionale n.2456 del 21/11/2014) denominate:

  “Cantieri di cittadinanza”

  “Lavoro minimo di cittadinanza”

2.     Progettazione, gestione e monitoraggio dei percorsi individualizzati di inclusione attiva e cittadinanza consapevole rivolta ai cittadini con svantaggio sociale segnalati dall’Ufficio di piano Ambito territoriale 5

3.     Implementazione delle misure di  contrasto alle vecchie e alle nuove povertà attraverso azioni trasversali di supporto alle iniziative attivate.

Funzioni 

A)    Servizi a supporto dell’Ufficio di Piano e dei Servizi Sociali Professionali dei Comuni dell’Ambito:

  Promozione e sensibilizzazione sulle iniziative di inclusione attiva in essere e da realizzare nei confronti della cittadinanza e degli stakeholders

  Attivazione e gestione di reti pubblico/private costituite da attori istituzionali, economici e sociali

  Cura delle relazioni tra soggetti istituzionali ed organismi organizzati appartenenti alla società civile

  Progettazione di interventi di politiche per l’inclusione attiva a valere su fondi regionali, nazionali o comunitari o su fonti di finanziamento private (ad es. Fondazioni)

  Gestione e monitoraggio delle misure “Cantieri di cittadinanza” e “Lavoro minimo di cittadinanza” (supporto tecnico-organizzativo, valutazione dell’andamento delle attività progettuali, raccordo con gli altri servizi pubblici del sistema integrato nonché con i soggetti del Terzo settore e del Mercato del Lavoro, coordinamento dei procedimenti e delle procedure previste dalle iniziativa regionali poste in essere)

B)    Servizi a supporto dell’utenza cittadina, con particolare riferimento ai beneficiari dei “Cantieri di cittadinanza” e del “Lavoro minimo di cittadinanza”:

  Identificazione, in collaborazione con i Servizi pubblici per l’impiego, dei fabbisogni formativi e occupazionali degli utenti

  Identificazione, in collaborazione con i Servizi pubblici per l’impiego, delle abilità e delle competenze degli utenti

  Supporto alla valutazione multidimensionale della condizione di bisogno

•  Supporto nella definizione e redazione dei Progetti personalizzati

  Gestione dei Progetti personalizzati e dei Patti Individuali

  Tutoraggio degli utenti beneficiari dei percorsi di inclusione attivati

  Tutoraggio di n.4 soggetti con problematiche di dipendenza patologica, ammessi a beneficiare delle misure regionali in oggetto, in collaborazione con il Ser.D e l’Ufficio di Piano

  Monitoraggio dei singoli percorsi attivati

  Facilitazione nel rapporto utente-azienda-Comune e altri Enti coinvolti nei percorsi attivati

Obiettivi

a. promuovere la formazione umana e professionale a soggetti che vivono un disagio /o sono a rischio di emarginazione sociale; 

b. contrastare le forme di esclusione sociale e lavorativa favorendo l’ingresso nella società e nel mondo del lavoro dei soggetti con difficoltà e disagio;

c. sperimentare un percorso di  accompagnamento alle autonomie per l’inclusione socio-lavorativa  mirato e personalizzato;

d. offrire l’opportunità di apprendere un mestiere e consolidare la propria professionalità sul mercato, ovvero acquisire, valorizzare e/o potenziare capacità professionali, abilità e competenze trasversali; 

e. promuovere l’inclusione sociale non solo attraverso l’integrazione lavorativa ma anche e soprattutto attraverso la tutela del diritto al lavoro e alla cittadinanza;

f. educare al gusto del lavoro, inteso come itinerario di realizzazione personale; 

g. contrastare il lavoro sommerso ed educare alla legalità; 

h. rafforzare il legame tra le varie progettualità educative e formative del territorio valorizzando nel contempo la capacità di accoglienza e di formazione sul campo delle aziende del territorio.

In particolare l’attivazione del Servizio/sportello consentirà:

  ai soggetti presi in carico di sperimentarsi per un determinato periodo in un contesto sociale e lavorativo che permetterà il potenziamento dell’autonomia individuale ed economica, dell’autostima e delle relazioni interpersonali, il consolidamento di competenze acquisite e lo sviluppo di competenze nuove;

  ai servizi di politiche sociali di incrementare gli standard qualitativi di vita degli utenti e delle loro famiglie, attraverso il raggiungimento di un’autonomia lavorativa e di un’inclusione sociale che consentirebbe una fuori uscita dai meccanismi assistenziali.

 

INFORMAZIONI

ANNO: 2022

AREA: Area sociale

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